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30. IL DIAVOLO DI RE DAVIDE

30/03/15

Assai più problematica è la prima vera apparizione del nome Satan nella Bibbia:

Satana si levò contro Israele e incitò re Davide a fare un censimento in Israele. (1 Cronache 21:1)

La notizia appare strana per varie ragioni: innanzitutto, non è facile capire, oggi, che cosa possa esservi di male nell’idea di fare un censimento. Ma il testo lo spiega poco dopo, con le parole di Ioab, un fido generale di Davide:

«Se il Signore volesse aggiungere al suo popolo cento volte più di quanti sono già ora, non sarebbero tutti sudditi del mio Signore?» (1 Cronache 21:3)

In altre parole: non è bene fermarsi a calcolare le proprie fortune, è ostacolare la Provvidenza, è porre un limite all’abbondanza.

E qui l’identità tra il Diavolo e il Nulla è già netta: gli uomini esistono, il popolo esiste, ogni uomo esiste, un re esiste, e l’esistenza è per tutti un immenso fluire, più grande di qualunque desiderio di calcolarla e di comprenderla; i numeri invece sono semplici segni, non hanno vita, non sono nulla: perché imbrigliare con essi la realtà? Re Davide se ne accorge e chiede perdono:

«Facendo questo ho peccato gravemente. Perdona, ti prego, l’iniquità del tuo servo, perché ho commesso una vera follia». (1 Cronache 21:8)

D’accordo. Ma riguardo al ruolo di Satana in questa follia, sorprende il fatto che in un altro libro della Bibbia il medesimo episodio è presentato così:

La collera del Signore Dio si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Su, fa’ il censimento di Israele…» (2 Samuele 24:1)

Dunque Satana comparve per la prima volta nella Bibbia come una funzione di Yahweh.

Viene in mente quel passo tanto problematico del Padre Nostro: «e non indurci in tentazione», dal quale risulterebbe che sia Dio a tentarci. Yahweh è certamente l’aspetto cupo, collerico di Dio: ma il confronto tra i due passi della Bibbia lascia perplessi. Nemmeno di Dio possiamo dunque fidarci totalmente?

Pare proprio di no. Anche nell’immagine di Dio, in ciò che Dio rappresenta per noi, può insinuarsi il Nulla, l’«avversario» per antonomasia, Satan.

E ne consegue, direttamente, una delle principali verità degli iniziati, evidentissima e perciò facilmente trascurata dai più: secondo tutte le Scritture, non è tanto l’uomo ad aver bisogno di Dio, quanto piuttosto Dio ad aver bisogno dell’uomo.

In tutte le Scritture, infatti, Dio chiede all’uomo ascolto e cooperazione. Non è del tutto Onnipotente, o meglio: non sembra controllare perfettamente la propria Onnipotenza. In terra come in cielo, la sconfinata energia può intersecare il Nulla, se l’uomo – nel suo piccolo – non interviene. Perciò, in quello straordinario mantra che è il Padre Nostro, l’uomo osa ricordare a Dio che il rischio di una «tentazione», di un impulso del Nulla, è sempre presente in Dio stesso, e che anche un buon Dio, al pari di un uomo buono, dovrebbe stare sempre in guardia.

Igor Sibaldi

(continua)

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