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134. VEGAN-CRUDISMO SÌ, MA SENZA SCHEMATISMI

NIENTE SCHEMATISMI

Invito tutti a personalizzare e a stare lontano dagli schematismi, e a prediligere una navigazione a vista, anche se assistita da bussola e da strumenti di bordo, adattando la dieta alle proprie esigenze corporali-gustative-spirituali, al materiale disponibile in qualità e quantità, alla stagione, all’equilibrio tra calorie apportate e calorie consumate.

Il termine frutta non va inteso in senso stretto ma in senso ampio, includendovi le verdure, frutti degli orti o dei pochi spiazzi selvatici rimasti nelle campagne, e tutti i frutti di terra, tipo patate, radici, tuberi.

Nessuno pretenda diete mirate con tanto di bilancino, quando su 7 miliardi di persone non ne esiste una identica all’altra, e quando ognuno di noi denota esigenze variabili giorno dopo giorno. Serve il giusto principio innanzitutto, mentre i dettagli vanno aggiustati secondo criteri personalizzati e commisurati alla situazione del nostro sistema corporale.

QUALCHE CONCESSIONE

Senza contare poi la necessità di essere amici di noi stessi e di non sottoporre il nostro organismo a rinunce e stress alimentari fuori della norma e fuori dalla nostra portata. Abbiamo optato non a caso per una “dieta tendenzialmente fruttariana” e “tendenzialmente vegan-crudista“. Una dieta capace di adeguarsi alle nostre reali e concrete esigenze umane, capace di essere drastica e rigida nei momenti di depurazione interna, ma anche generosa e conciliante per i giorni normali.

GLI STRAPPI ALLA REGOLA, LA SOCIALITÀ, IL DIVERTIMENTO

Il raggiungimento di una quota del 60-70% vege-fruttariana-crudista permette a chi lo desidera di completare il suo menu con dei piccoli e innocenti strappi alla regola, con dei cibi cotti, con qualche mezzo bicchiere di vino e di birra, con qualche pezzetto di formaggio crudo di malga, con qualche ovetto di galline ruspanti e, al limite, con qualche pesciolino, per chi vive col profumo di mare sotto casa, e non intende rinunciare di tanto in tanto al pescato. Più una forma di rito del mare che una reale necessità nutrizionale.

TENDENZIALITÀ NON SIGNIFICA CEDIMENTO O APPROSSIMAZIONE

La tendenzialità, il piccolo compromesso, la concessione innocente e non sistematica, sono intese a rendere la scienza della salute e il vegan-crudismo più accessibile e più accettabile alla gente, evitando che una risorsa comportamentale-alimentare di straordinaria portata come la Health Science rimanga ristretta e confinata a una nicchia minoritaria di persone.

UN PIZZICO DI TOLLERANZA IN PIÙ PER UN MAGGIORE IMPATTO SOCIALE

Ultimamente ho ulteriormente “allargato la cinghia” dichiarando accettabile in alcuni casi anche lo scendere di qualche gradino, anche il permanere in zona vegetariana più che vegana, anche il concedersi a volte, magari due volte l’anno, lo sfizio dell’acciuga col cappero, con evidente sforamento e retrogradazione del proprio “status”, utile però a rendere ancor più popolare e diffuso il nostro credo.

Ma nulla ho contro i pesci e condivido semmai le scelte rivoluzionarie alla Red Canzian, finalmente accortosi che anche la trota ha gli occhi che guardano e il cuore che batte e quindi ha indiscusso diritto alla vita. Troppo spesso pescherie e macelli vanno a braccetto perché si possano approvare reti e lenze.

Valdo Vaccaro

(Estratto dalla conferenza di Verona del 7 Giugno 2014)

 

Nota: Valdo Vaccaro vi aspoetta a Milano con il seminario “Health Science”. Per maggiori info cliccare sul banner qui sotto.

ValdoEvento

 

 

 

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