Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

36. L’ARCHETIPO DELLA POLITICA

04/02/09

Ed ecco in questi giorni l’ultimo degli Arcangeli, Mekhiy’el: l’ultimo, naturalmente, in senso evolutivo, la tappa finale di quei modi di liberarsi dal passato, che avevamo cominciato a esaminare a Capodanno. Conduce verso la Gerarchia dei cosiddetti Angeli Lunari (dal 9 febbraio al 21 marzo, secondo le corrette «mappe» zodiacali), e compito generale degli Angeli Lunari sarà, come vedremo, favorire la concretizzazione delle energie e dei progetti celesti nel mondo degli uomini.

Vedremo anche cosa ciò propriamente significhi, dal punto di vista della psicologia antica: ma Mekhiy’el può già servirci da introduzione, da annunciatore. Come spiega il ritratto, è l’Angelo della politica: i suoi «protetti» hanno il dono di poter volare alti al cospetto dei contemporanei, indicando direzioni, calcolando e spiegando i mezzi per percorrerle. Si riconosce bene, in Mekhiy’el, quella che gli Egizi chiamavano la HEKA e che i dizionari traducono «magia»: ma era qualcosa di più, era il potere di togliere ogni distanza tra il dire e il far avvenire qualcosa. Era un dono degli iniziati, che nei Libri delle Piramidi, nel Libro egiziano dei morti, si esprime nella frase «io faccio sempre quello che voglio», attribuita a colui che, appunto, grazie all’iniziazione si è liberato dal suo passato e ha trasformato tutto il suo «piombo» personale in «oro».

È un’onnipotenza tutta speciale: pensateci! Quanti dei vostri conoscenti sanno ciò che vogliono davvero? E intendo dire: ciò che sono loro stessi a volere, e non il loro passato o gli altri. E quanti hanno il coraggio di focalizzare ciò che vogliono, al punto da poterlo dire, anche soltanto a se stessi, senza nessun dubbio? E soprattutto: quanti sanno che, in realtà, TUTTI FANNO e FANNO AVVENIRE SEMPRE QUELLO CHE VOGLIONO, ma non hanno il coraggio di accorgersene, di ammetterlo? Di certo, tutti quelli che sono ancora immersi a tal punto nel loro passato, da dire «io» a sproposito. Ebbene, il «protetto» di Mekhiy’el è chi si trova già oltre: conosce il potere della propria attenzione, e delle parole con cui può descrivere ciò che essa scorge. È libero nell’usarla, non si illude, non si inganna: vede il possibile, e ne coglie le vie. Al tempo stesso, le sue energie svincolate dal passato sono talmente ampie, che non potrà mai accontentarsi di esercitare questo suo potere solamente per se stesso: troppo ovvio, troppo poco! Avrà bisogno di tanti, di masse. Ed ecco le ragioni per cui, nel nostro linguaggio attuale, Mekhiy’el può venir presentato anche come l’Angelo della politica. Certo, non di tanti politici che conoscete, e che sono semplici amministratori, sepolti sotto valanghe inestricabili di passato (di errori, guai, compromessi, doveri passati). In queste puntate stiamo parlando soltanto in termini ideali, archetipici.

Continua..

1 commento su “36. L’ARCHETIPO DELLA POLITICA”

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