Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

28. PHE

27/12/08

ph . In ebraico: Peh. Viene pronunciato anche p. È il geroglifico della sensualità, della bellezza fisica; e della bocca, della voce, del volto, dell’espressione; della parola, anche, e della persuasione.

È la delicatissima P di «fiore» (perakh), di «farfalla» (parpar), di «viso» (panim). Nell’Angelo di oggi, come avete letto, è anche immagine di una ipersensibilità a tutto ciò che nella realtà vi è di brutto, di infetto – e che nel Nome angelico è raffigurato dalla seconda lettera, la Waw. Ma non si può dire, certamente, che solo i nati dal 27 al 31 dicembre possano sentirsi delusi dall’abbondante bruttezza del nostro mondo: e infatti l’Angelologia non afferma affatto questo. Ai «protetti» di Phuwiy’el tocca soltanto il compito di comprendere, sviluppare, far fruttare con particolare impegno e determinazione quella tensione tra la Phe e la Waw, ma il loro Angelo agisce per tutti e in tutti – tanto quanto gli altri suoi settantuno Colleghi. Ho già accennato a ciò in una puntata, mesi fa, ma credo sia utile tornare sul tema, e approfondirlo un pochino.

Avrete certamente sentito dire e magari letto l’esortazione «ama il prossimo tuo come stesso». Non date retta a chi ve la spiega come un’ingiunzione ad amare tutti: figurarsi se si può amare a comando! Provate invece a considerarla sul serio, e per ciò che dice davvero. Tu ami e odi il prossimo così come ami e odi te stesso: è così, sempre, proprio perché il tuo prossimo (cioè chi ti trovi accanto, chi vedi per strada, in mezzo all’altra gente) è veramente te stesso. È un aspetto di te che ancora non hai ben capito, e che perciò ti colpisce tanto quando lo vedi in un altro. E quell’altra famosa frase dei Vangeli: «ama il tuo nemico»? Vale lo stesso anche lì: il tuo nemico si rivelerà, puntualissimamente, il tuo amico migliore e più utile, proprio perché ciò che vedi e detesti in lui è un aspetto di te che oggi ti occorre urgentemente riconoscere. Perciò il tuo nemico ha litigato con te: ti esorta (senza saperlo, e dunque disinteressatamente) ad aprire gli occhi su te stesso. E lo strano consiglio «se uno ti colpisce su una guancia, tu porgi l’altra»? Non mettetelo in pratica alla lettera: va capito, e non obbedito ottusamente. Qui non è questione di guance. Vuol dire invece: se uno colpisce un aspetto, una Phe, un volto che TU RITIENI DI AVERE, E IN CUI ORA TI IDENTIFICHI, è perché occorre che tu scopra il tuo altro volto, che da troppo tempo tenevi nascosto a te stesso. Ebbene, i nostri settantadue Angeli sono appunto i tuoi settantadue volti: e – spiega l’Angelologia – se ti riconosci in ciascuno di essi, e se capisci, dalle facoltà di ciascun Angelo, come usare tutti i tuoi volti al meglio, hai una sorte invidiabilissima. Se invece in qualcuno di essi non ti vedi, vuol dire che corri il rischio che prima o poi la realtà o qualche provvidenziale nemico ti diano uno schiaffo proprio lì.

continua..

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