Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

26. TROPPO FACILE?

16/12/14

E siamo insomma tornati al punto di partenza: il cambiamento radicale del mondo. Nella Genesi era il Diluvio, da provocare attraverso l’Arca-parola; nell’Esodo era l’arrivo nella Terra Promessa, riservato soltanto ai bambini che «non sanno distinguere ancora il bene dal male»; nei Vangeli è il nuovo Regno di Dio e del Figlio dell’uomo, da realizzare attraverso il superamento dei vecchi valori e l’amore rivoluzionario.

Tutti i più poderosi slanci della scoperta teologica puntano a questa indispensabile palingenesi. E tutti, per di più, ribadiscono che è semplice, che puoi farlo da te, semplicemente riscoprendo te stesso, la parte più intima, autentica, ignorante del tuo essere: lì è la verità potentissima, la salvezza, la via – e non nelle tante e laboriose pagine che puoi studiare sulle religioni, la loro storia, i loro pensatori.

Ma com’è possibile? direbbe a questo punto chiunque. E allora tutte le biblioteche teologiche, le dottrine raffinatissime sulla salvezza, sulla rinuncia, sulla rassegnazione, sulla castità, sul matrimonio, sulle tipologie dei peccati, sulla Grazia, sui sacramenti, sulla santità, la Trinità, la Madre di Dio, la penitenza, il primato di Pietro, l’infallibilità e via dicendo, sarebbero tutte quante chiacchiere a vuoto, il cui unico scopo è evitare che la gente si accorga del punto principale?

Certamente no. Dal II sec. d. C. ai nostri giorni (con punte eccelse alla fine dell’Impero Romano e nel Medioevo) la teologia è stata un’utilissima palestra filosofica. I primi Concilii, parlando della Trinità e dell’umanità o divinità di Cristo, furono capolavori di psicologia del profondo, ecc.

Ma altrettanto certamente, la sostanza di ciò che dissero al mondo i grandi profeti è semplice e radicale come potrebbero esserlo le domande di un bambino. E d’altra parte, se Dio parlava attraverso di essi, e un Figlio di Dio decise di scendere sulla Terra per chiarir bene le cose, perché mai avrebbero dovuto parlare difficile? Forse, se l’avessero intesa in questo senso, molti cosiddetti atei non avrebbero avuto tanta fretta di eliminare dal loro pensiero tutto ciò che pertiene alla religione, ma avrebbero distinto meglio e più coraggiosamente, in questa materia, l’utile dall’inutile.

(continua)

Guai a voi, dottori della legge e bigotti ipocriti, che chiudete il Regno dei cieli davanti agli uomini: perché così voi non vi entrate, non lasciate che vi entrino nemmeno quelli che vogliono entrarvi. (Matteo 23,13)

 

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3 commenti su “26. TROPPO FACILE?”

  1. Troppo facile? Ebbene sì
    Anche ai bambini pakistani hanno fatto capire una cosa tanto ovvia come il dolore per la perdita. E come hanno fatto? Bruciando viva la loro maestra. Facile no!
    Facile riguarda il modo di fare e semplici sono i valori umani, la nostra Bibbia, che tutti possediamo come potenziale. Può non essere poi così difficile distinguere l’utile dall’inutile e non serve a nulla far risuscitare Lazzaro, come suggeriva il ricco epulone per i suoi cinque fratelli, al fine di ravvedersi . Ma per chi crede nell’amore “rivoluzionario” come fa a non pensare alle domande semplici di quei bambini di Peshawar ? Guai a voi!!!!

  2. ma perché perché perché è stato cancellato il mio commento? cos’aveva di inappropriato??? grazie, sono davvero curiosa…

    1. Salve, non ci risulta nessun suo commento cancellato, quindi non capiamo la richiesta.

      In genere i commenti sono moderati e vengono rimossi solo nel caso non rispettino la Netiquette.

      Cordialmente,
      La Redazione

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