Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

85. LA PERFETTA LETIZIA

Ho spesso nella mente e nel cuore S. Francesco che parla della perfetta letizia, quella parte del brano de “I Fioretti” che dice: “E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l’amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare. E questi furioso per cotanta molesta insistenza si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia”.

Ci penso spesso perché cerco di approfondire dentro di me la magica alchimia del gioire anche quando le cose non vanno come vogliamo noi. Se qualcuno riesce a padroneggiare quest’arte è il vero re di questo mondo. Se mi chiedessero quale regalo vorrei fare alle persone della Terra sceglierei senza dubbio questa capacità. Ed è l’unica vera eredità che vorrei lasciare ai miei figli.

Noi tutti siamo presi dal difendere il nostro ego a spada tratta e ogni volta che subiamo un’ingiustizia nasce rabbia, delusione, paura ecc., non di sicuro la gioia. Quando la vita ci riserva momenti difficili sembra muoversi in noi tutto tranne che la perfetta letizia. Ed è proprio questo il problema: nel sopruso, nel tradimento, nella difficoltà, nel dolore, sentiamo che la nostra sofferenza è giustificata e giusta. S. Francesco e tutte le altre persone felici della Terra non la pensano così.

Quando qualcosa non va in accordo al nostro volere ci viene da reagire chiudendoci; chiusura che può essere di vario tipo ma che sempre porta sofferenza. È proprio questa reazione di chiusura che ci avvelena e ci allontana dalla gioia.

So che non è facile, anzi penso sia una delle cose più difficili da realizzare, ma se qualcuno ce l’ha fatta vuol dire che non è impossibile quindi può essere alla portata di tutti noi.

Per iniziare a intraprendere il viaggio verso la perfetta letizia, per prima cosa dobbiamo sentirla possibile. Dobbiamo desiderare la gioia con tutto noi stessi, e sentire che è una questione di scelta, magari una scelta difficile da compiere ma comunque una possibilità che sempre ci viene data e che dipende solo da noi. Finché infatti ci sentiamo giustificati a reagire con paura, rabbia, chiusura anziché con gioia, quest’ultima non accadrà.

Una persona presente allenata nella consapevolezza riuscirà a cogliere il momento della “scelta” cioè quel momento interiore nel quale dobbiamo decidere che sentimento generare. Siamo solo noi infatti gli artefici dei nostri sentimenti; questa è una libertà che possiamo usare per essere felici anziché per soccombere alla sofferenza. Quindi la domanda che dobbiamo porci è: “Come faccio a scegliere la gioia?”.

Questa è la domanda la cui risposta ha il potere di renderci felici! È una domanda preziosa che dovremmo porci in continuazione.

La forza di S. Francesco era proprio quella di scegliere la perfetta letizia sempre, in qualsiasi circostanza, anche nella malattia. Anche nel dolore lui ringraziava il Signore con tutte le sue creature.

Credo che la gioia sia collegata all’amore. Quando il nostro cuore fiorisce nella tenerezza è molto facile scegliere la gioia. E per sentire tenerezza è sufficiente un abbraccio. Se anche solo immagino di abbracciare veramente qualcuno, l’amore nasce spontaneamente. L’abbraccio ci toglie dalla paura e ci porta nella tenerezza; dall’inferno al paradiso in un secondo. Quando S. Francesco provò ad abbracciare per la prima volta un lebbroso ebbe paura. Ci mise un sacco di tempo per arrivare a farlo perché aveva paura. Ma voleva essere più forte del suo timore così un giorno si avvicinò talmente tanto al lebbroso che fu quest’ultimo ad abbracciarlo per primo, ma subito la forza dell’abbraccio passò anche in lui e l’amore subentrò alla paura.

Dobbiamo aver la forza di abbracciare ciò che temiamo, solo così nascerà l’amore e di conseguenza la gioia. La perfetta letizia nasce dall’amore, non dalla paura.

Siamo disposti ad abbracciare i nostri nemici? Siamo disposti ad abbracciare chi ci ha fatto del male o chi non la pensa come noi, chi ci ha criticato e offeso, chi non ci comprende?

La perfetta letizia è più forte di qualunque situazione difficile, di qualunque dramma, ma può vivere solo in un cuore aperto, in un’anima che sceglie di abbracciare ciò che le piace e ciò che non le piace, in un’anima che sceglie di abbracciare tutto il mondo così com’è. Dalla gioia nascerà il desiderio di servire, onorare e ringraziare la vita mettendo a disposizione del mondo le proprie capacità per essere tutti insieme più felici.

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